“A Bologna tutto ha un sapore e anche di più“: una città, sei studenti universitari e una musica…colta sono i protagonisti del romanzo di Gian Marco Pedroni, Può una buona musica essere cattiva? (CLUEB, Collana E-Logo, 2019, 204 pagine, 21 euro), dove “la grassa Bologna” fa da sfondo a un romanzo di formazione.
Drammaturgo e regista teatrale, Pedroni è il “papà” del Festival del Teatro dei Ragazzi, nato nel 1984 e cresciuto fino a diventare un evento culturale di carattere internazionale.
E proprio la giovinezza dei vent’anni è il fil rouge lungo cui si dipana la trama narrativa di questo romanzo ambientato in una città su cui “regna il tempo […] piena di anni e di secoli“, dove sei ragazzi vivranno una storia lunga da settembre a Natale, sospesi tra la magnificenza della giovinezza e gli equilibri da fare e disfare.
Su loro veglia la “rezdora”, cuoca provetta di una generazione lontana e titolare dello “studentato” domestico in cui alloggiano, dove ben presto scopriranno che quella ragazza spagnola vista uscire dalla doccia è la stessa che dividerà con loro l’appartamento, macrocosmo di una storia dal crescendo…rossiniano (qualunque riferimento alla Petite Messe Solennelle di Rossini è puramente voluto).