
Gianluca Isaia, lo stilista “#proudlyNapulitano” preferito da Tom Cruise
Salendo le scale di Palazzo Visconti a Milano, che è uno tra gli esempi più ricchi ed elaborati di rococò milanese del ‘600, la vista si riempie di meraviglia.
In questa cornice si è tenuta la presentazione dei modelli sartoriali di Gianluca Isaia, che con il suo atelier porta in giro per il mondo il made in Italy senza dimenticare le radici e la propria identità: quella orgogliosamente napoletana e della scuola dei maestri campani di sartoria.
Quello che colpisce chiacchierando con Isaia è la totale dedizione alla materia e la voglia di non prendersi troppo sul serio in una settimana della moda milanese dove è facile sentirsi sopra le righe.
Isaia, siete presenti anche negli Stati Uniti con i vostri negozi, cosa piace di voi all’estero?
Noi siamo semplicemente innamorati del nostro lavoro. Dal ’56 questa famiglia porta avanti la tradizione e la cultura del lavoro sartoriale e solo facendo bene il proprio lavoro si cresce. Non siamo gli unici sarti di Napoli, anzi, c’è una vera e propria scuola napoletana, ma sappiamo dare ai nostri capi tutto il nostro background.
Avete inserito nel brand il rosso corallo e la spilletta che lo rappresenta, perché?
Perché se sei di Napoli non puoi non amare il corallo il mare ed il sole. I nostri capi ultimamente sono stati utilizzati da Tom Cruise alla presentazione del suo ultimo film, Barry Seal e da Sterlin K.. Brown vincitore agli ultimi Golden Globe: una bella soddisfazione vedere quel piccolo particolare sotto i riflettori del mondo intero.
Questa sua passione come nasce?
Sin da bambino seguivo la mia famiglia nella produzione, ma ho lasciato sempre fare chi è più bravo di me. Sono contento oggi di poter avere accanto nella produzione tutta la nuova generazione che segue i maestri più bravi e, mi creda, quando si lavora nella serenità e con il sorriso anche in azienda i risultati si vedono. C’è molta competitività nel nostro settore e addirittura nella mia stessa città, ci rispettiamo tutti, ma sappiamo fare il nostro mestiere.
Di Napoli se ne parla in questi giorni per i notissimi fatti di cronaca e per i successi della squadra di calcio, ma un napoletano verace come lei cosa ne pensa davvero della sua città?
L’indolenza ha fregato i napoletani, noi sappiamo fare tanto e tanto potremmo fare in più per questa città , basterebbe poco, ma manca l’ordine e la voglia mentale di farlo.
Non si può pensare che il problema sia solo la camorra, il problema è la microcriminalità dilagante, che spesso viene sottaciuta. Pensi all’episodio dell’albero di Natale più volte sottratto in galleria a dicembre. Bastava poco, una telecamera…ci siamo fatti ridere dietro.
Ma ci sono fatti anche più gravi, furti e scippi sono all’ordine del minuto questo come si combatte?
Io credo che l’amministrazione locale debba fare di più a riguardo, perché non possiamo fare sempre tutto da soli. Lei pensi che per tutelare i miei clienti li faccio scortare dall’aereoporto allo showroom e per tutto il loro soggiorno, Le sembra giusto? Metterli in guardia facendogli togliere anche l’orologio…Ma in che mondo viviamo?Non è possibile che ad agosto al molo Beverello davanti all’aliscafo per Capri ci siano folle di gente e nessuno che controlli i furti o i borseggiatori. Pazzesco, penoso…
Lei cosa fa per la sua città, oltre a portarla nel cuore? Nelle sue lavorazioni prova a dare indietro qualcosa di quello che riceve?
Mi fa una bella domanda e le posso dire che a febbraio apriremo con una fondazione ad hoc, una scuola gratuita per i ragazzi che voglio diventare sarti, imparare questo mestiere sin da giovani e strapparli alla strada.
La scuola napoletana di sartoria ha radici storiche e stanno sparendo le maestranze, data l’età: quale occasione migliore per dare la possibilità di riscatto a questi ragazzi e anche a quelli che pensano che non ci sia possibilità di lavoro in Italia, formandoli in questa professione?